22/11/09


“È la guerra, tesoro… faresti meglio a tenere giù la testa!”
Lo dice un marine ad una bella ragazza coi boccoli e un vestito a pois rosso e bianco. Bombe a mano, mitragliatrici, esplosioni in lontananza. Lo sguardo spaventato della ragazza e quello duro del marine.
Siamo in Europa, è il 1945. Al di là della barricata ci sono dei nazisti, questo è sicuro.
E invece…


E invece la camera allarga e inquadra palazzi, lavanderie a gettoni, un negozio di barbiere, insegne pubblicitarie.
Allarga ancora: non ci sono dubbi. È proprio Times Square.
E dall’altra parte della barricata niente nazi: solo un pugno di civili malconci e armati fino ai denti.
Civili americani.
Il film è in bianco e nero. Un vecchio film della RKO o qualcosa del genere.
Non ricordo altro: non ricordo la trama, ho scordato gli interpreti, ho dimenticato il titolo.
Pagherei per ricordarmi il titolo.
Sta di fatto che quella scena e quella battuta sono il vero ground zero di United We Stand.
Era il luglio del 2006 e faceva un caldo infernale. Boccheggiavo sul divano di fronte alla TV, come mi capita spesso d’estate dopo pranzo. Probabilmente mi ero assopito, ma il rumore delle granate mi svegliò di soprassalto. Mi ritrovai di fronte la guerra civile.
Fu una folgorazione. Mi rassettai malamente e filai alla scrivania. Buttai giù una decina di pagine di appunti frenetici: che aspetto avrebbe avuto la guerra civile nel nostro paese?
Immaginai carrarmati ed elicotteri, uomini in mimetica che si calano dal cielo.
Tipi duri pronti a tutto.
Le influenze cinematografiche di questo lavoro sono plurime e variegate. Io e Daniele abbiamo pressappoco la stessa età e ci hanno tirati su a pane e Van Damme, con uno schizzo di Bruce Willis e un filo di Terminator.
Per cui, se pensiamo alla decapitazione dell’ordine costituito, non possiamo che immaginare corpi speciali in mimetica, esplosioni e vetri in frantumi.
Grazie a Dio tutto questo testosterone è stato mitigato, in fase di stesura, da mia moglie Mary, con la quale ho lavorato alla concezione iniziale del soggetto.
Sono suoi i personaggi di Stella e Giada e senza di loro United We Stand non avrebbe profondità di campo.
Sarebbe solo un’interminabile sequela di scene di guerra e battute tarantiniane.
L’ultimo ingrediente di questa storia – quello che le dà il titolo – è invece frutto di un furto. Un crimine da quattro soldi, confessato senza vergogna, che ha permesso al progetto di venire al mondo sotto una buona stella. Nel 2005 un duo di artisti geniali noto come 0100101110101101.org (http://0100101110101101.org) mise in piedi una campagna stampa (con tanto di pagine pubblicitarie su riviste a diffusione mondiale e manifesti affissi in mezzo mondo, da Berlino a Bangalore) per un film inesistente. Un vero blockbuster americano con interpreti di razza come Penelope Cruz e Ewan McGregor. Un’opera d’arte mediatica di proporzioni colossali.
Il fake movie si intitolava UNITED WE STAND (www.unitedwestandmovie.com). Al centro della loro
narrazione, il conflitto atomico USA-Cina, sventato da un manipolo di valorosi agenti segreti europei.
La storia era troppo bella per non essere raccontata. E anche il titolo sarebbe dovuto essere lo stesso.
In fase di prima redazione me ne appropriai. Mentre scrivevo, tuttavia, mi chiedevo cosa ne avrebbero pensato gli 01.org del mio “furto”.
Presi il coraggio a due mani e glielo chiesi.
Gli 01.org, benché nati e cresciuti in Italia, vivono in pianta stabile a New York da tempo. Non è semplicissimo comunicare con loro. In ogni caso spedii una mail in cui spiegavo le ragioni del progetto.
Passò una settimana e mi arrivò la risposta di Franco (Eva e Franco Mattes sono i nomi dietro al progetto 01.org). Erano entusiasti e volevano conoscerci. Sarebbero tornati in Italia i primi di gennaio.
Venerdì 4 gennaio 2008 sono stato a Bologna per un pranzo davvero speciale. A un tavolaccio del Rosso, al numero 30 di Via Righi, mi sono seduto insieme a Jadel Andreetto di KAI ZEN (mio fido compagno delle trasferte bolognesi), Eva e Franco. Tra una pasta e fagioli, un soufflé impagabile e un mezzo di vino della casa si è parlato di arte kamikaze e fumetti, di guerra civile e di New York. Eva e Franco non solo hanno dato la loro “benedizione” al nostro progetto, ma mi hanno pure omaggiato di un poster "originale" del loro film. È stata
davvero un’emozione fortissima. Il suggello ideale alla vigilia dello start-up.
Il 7 gennaio 2008 ha aperto i battenti il sito www.unitedwestand.it, la nostra avventura è ufficialmente cominciata. Per un anno e mezzo UWS è stata una produzione underground: sei uscite trimestrali realizzate esclusivamente per il mercato della rete. Per rendere sopportabile l’attesa, ogni lunedì mattina è stato postato sul sito un contenuto speciale: narrazioni tangenziali, fake press releases, illustrazioni, mp3. Il mondo di
UNITED WE STAND ha preso forma un file alla volta, fino a diventare un complesso sistema narrativo: la prima graphic-net-novel italiana.
Al termine di questo periodo sperimentale, Marsilio editori ha acquistato l’intero corpus dell’opera e ha deciso di far uscire UNITED WE STAND in un prestigioso volume unico. La scelta di Marsilio come editore è stata naturale, dal momento che edita anche i miei romanzi (Confine di Stato e Settanta, i primi due volumi della Trilogia sporca dell’Italia, un trittico noir sui Misteri Italiani dal primo dopoguerra a Tangentopoli) e la storia narrata in UWS può considerarsi un “futuro alternativo” della mia continuity.
Alcuni personaggi – Andrea Sterling ed Ettore Brivido, per esempio – prendono parte a questa storia futuribile e la loro vita imbocca una strada che i romanzi non avevano previsto.
In occasione dell’uscita in libreria di UWS, anche www.unitedwestand.it è stato completamente rinnovato: una nuova grafica, una nuova indicizzazione dei contenuti (ogni singola particella del vasto mondo di UWS è accessibile dalla homepage) e alcune sorprese: tante narrazioni tangenziali nuove di zecca, tanti racconti inediti scritti in esclusiva per UNITED WE STAND da
Stefano Di Marino,
Matteo Di Giulio,
Annarita Briganti,
Paolo Franchini,
JP Rossano.


Una livrea nuova e fiammante per una storia che vi incollerà alla pagina.





United We Stand
Simone Sarasso e Daniele Rudoni
pp. 176 con 169 ill. b/n, 1° ed.
Euro 14.00


PER SAPERNE DI PIù

U.W.S. DUE

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